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di Roberto
Bracco
Parte Quinta: Autenticazione
della Glossolalia
1. Il
battesimo nello S. S. comporta sempre la"glossolalia",
ma non sempre la glossolalia è un segno del
battesimo
2. La"glossolalia"
come fenomeno fonetico conseguenza di suggestione e
non di potenza dello Spirito
3. Glossolalia
"celeste" e glossolalia "satanica"
4. Ciò che è la
glossolalia "celeste"
1. Il battesimo
nello S. S. comporta sempre la"glossolalia",
ma non sempre la glossolalia è un segno del
battesimo
Personalmente
ho realizzata lesperienza del battesimo nello
Spirito con levidenza carismatica della glossolalia
in maniera veramente esuberante e posso aggiungere che
tutti, indistintamente, coloro che ho veduto immersi nel
battesimo pentecostale hanno parlato in "lingue
straniere"; però voglio
precisare che non tutti coloro che ho udito parlare
lingue incomprensibili erano veramente battezzati nello
Spirito.
Quindi il
battesimo manifesta le "lingue",
ma non sempre le "lingue"
derivano dal battesimo
ed anzi devo aggiungere, con profondo rammarico,
che negli anni più recenti si è accentuata la
tendenza a ricercare le "lingue"
piuttosto che il battesimo nello Spirito. |
Credo
di aver detto abbastanza chiaramente che la
glossolalia deve essere realmente un fenomeno dello
Spirito Santo per essere definito un carisma
pentecostale e quindi bisogna
essere assolutamente sicuri che non ci siano
contraffazioni, imitazioni
accettate troppo frettolosamente e superficialmente
come un "segno" del battesimo celeste.
Recentemente
mi è stato riferito che un filologo canadese ha
eseguito uno studio analitico sui fenomeni
glossolologi delle comunità pentecostali ed ha
concluso che quelle che si parlano non sono vere
"lingue" perché assolutamente prive di
una sintassi.
Ovviamente
si può rifiutare a priori il giudizio di questo
grammatico e concludere che egli non sia qualificato
ad analizzare lingue soprannaturali che, in quanto tali,
possono anche avere una sintassi parallela a quella delle
lingue umane, ma non si può neanche escludere che lemerito
studioso sia rimasto disorientato dalle tante
manifestazioni di "cacofonia" che sembrano
abbondare in questi giorni in ogni circolo ove si vive o
si dice di vivere una vita carismatica.
2. La"glossolalia"
come fenomeno fonetico conseguenza di suggestione
e non di potenza dello Spirito
Se invece di un
discorso fluido, scorrevole, cariato, si ode soltanto
dizione meccanica di suoni ricorrenti, spesso duri,
esplosivi; suoni che frequentemente sono identici e
ripetuti da tutti i sedicenti glossolali, è naturale
che uno studioso, e non soltanto lui, rimanga
perplesso di fronte allincomprensibile e
disordinato fenomeno.
Eppure
oggi non soltanto nel mondo definito neo-pentecostale
o carismatico, ma anche in quello del
pentecostalismo classico, si tende a fare sempre
meno distinzione fra lautentico "dono
delle lingue" e un qualsiasi fenomeno
fonetico.
Non
dobbiamo quindi meravigliarci se sincontrano
folle di "carismatici" che si
autodefiniscono tali e che testimoniano di una
pretesa esperienza pentecostale, ma che continuano
a professare dottrine in conflitto con la Bibbia
e ad esercitare pratiche
esplicitamente condannate dal cristianesimo,
e questo è vero particolarmente fra i così detti
neo-pentecostali.
Non dobbiamo neanche meravigliarci se esiste una
generazione pentecostale, molto esuberante sotto il
profilo liturgico, che ignora
completamente la "potenza" del battesimo
nello Spirito e non
realizza il frutto che
dovrebbe caratterizzare la vita cristiana di quanti
hanno esperimentato il fuoco, il vento, la
saturazione dellAlto Solaio.
Forse oggi molti
ministri e molte comunità sentono troppo
interesse per le "statistiche", troppo
desiderio di raggiungere e reclamizzare
strepitosi risultati e quindi non si preoccupano
eccessivamente di effettuare quel
controllo spirituale che deve sempre e per ogni
cosa evitare lingresso di elementi estranei
nella vita del credente e della comunità. |
Questappunto
sindirizza particolarmente a coloro che
avanzano pretese dommatiche nella definizione di
certi aspetti formali della vita carismatica, ma
perdono troppo spesso di vista i contenuti
sostanziali della vita cristiana in generale e dellesperienza
pentecostale in particolare.
Non si
può e non si deve ignorare che il fenomeno della
"glossolalia" può
essere suscitato anche da "spiriti"
infernali, e quello più
frequente della "cacofonia", può
derivare facilmente da suggestione,
emozione incontrollata,
influenza psicologica,
quando addirittura non è risultato
di direttive impartite da ministri poco
scrupolosi o poco illuminati.
Puntualizzo questultima
affermazione per precisare che più volte mi è
stato riferito che ci sono non pochi "revivalisti"
che chiedono ai credenti raccolti in preghiera di
dimenticare la propria lingua e ripetere, assieme
a loro, le frasi misteriose che sono pronti ad
insegnare per dare linizio al discorso in
lingue e, quindi, per "produrre il segno"
che possa testimoniare dellesperienza del
battesimo pentecostale.
Naturalmente non
soltanto io, ma ogni onesto credente rifiuta
questo metodo che, oltre ad essere in aperto
conflitto con la Scrittura, sembra offendere ogni
principio di serietà e di dignità cristiana.
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Se
il ministerio esercitato da coloro che ho
ricordato rappresenta unombra nel movimento
pentecostale, nulla di meglio emerge dallattività
di quanti cercano di sfruttare elementi
psicologici (e mi riferisco a quei predicatori
che riescono a "riscaldare lambiente"
e a suscitare le emozioni più violente senza
entrare nelle vere sfere della fede).
Non
poche volte durante le così dette "campagne
di risveglio" o campeggi cristiani si
registrano e quindi "reclamizzano"
"battesimi pentecostali" che purtroppo
però non apportano quasi mai un beneficio alle
comunità o ai singoli credenti; anzi, nel
maggior numero dei casi, lesperienza si
esaurisce nel corso di pochi giorni o addirittura
di poche ore.
Quelle
"lingue" non possono trarre in inganno una
chiesa provvista di discernimento e quei "battesimi"
non possono essere confermati in un sano ambiente
pentecostale.
Ma
coloro che accettano quelle lingue sono pronti
anche ad accettare e difendere i "battesimi"
senza accorgersi che il
fenomeno è stato soltanto il risultato di una
eccitazione che, in quanto
collettiva, ha potuto addizionare o addirittura
moltiplicare gli effetti conseguenti allemozione
provocata con abilità da quei predicatori che
riescono a far piangere, ridere o esultare
toccando semplicemente le corde del sentimento
umano cioè sfruttando il più semplice dei
metodi psicologici.
Voglio anche ammettere che in
questa attività ministeriale non ci sia "malafede",
ma lammissione non modifica il giudizio relativo
ai risultati e può soltanto far concludere che tutto
viene fatto e tutto viene conseguito a livello di una
superficialità che dimentica, che vuol dimenticare, che le "realtà
spirituali" sono realtà sacre e devono perciò
essere realizzate con impegno onesto e con sincerità
responsabile.
Le falsificazioni
della glossolalia si verificano, e non
infrequentemente, anche nella sfera della suggestione
imitativa.
Ho
già accennato a "suoni ed esplosioni
fonetiche" ricorrenti in gruppi di credenti,
uniti anche formalmente nellesperienza
delle "lingue".
Vicini
gli uni agli altri sono giunti a comunicarsi
vicendevolmente lespressione delle proprie
emozioni, attraverso la ripetizione incessante di
quei suoni che alla fine sono riusciti a
sostituirsi alle proprie parole.
È un
processo molto simile a quello che viene
conosciuto col nome di "lavaggio del
cervello" e che non può assolutamente
essere accettato come azione dello Spirito Santo.
Ancora una
volta bisogna ripetere: "È lo
Spirito che "porta" le (vere)
lingue e non sono le lingue che portano lo
Spirito" e dobbiamo
perciò guardarci e difenderci dalla
tentazione che può colpire tanto il ministro,
quanto il credente e che induce ad avere a
tutti i costi e con tutti i metodi il "segno"
delle lingue.
Cerchiamo il
battesimo dello Spirito e quando questa
esperienza sarà realizzata, le lingue,
le vere lingue, verranno spontaneamente
perché saranno espresse dalla Persona
divina che ha preso possesso del credente.
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3. Glossolalia
"celeste" e glossolalia "satanica"
Largomento
delle imitazioni e delle falsificazioni non può
essere chiuso senza ricordare che alla
glossolalia celeste è anche contrapposta la
glossolalia satanica; anche
il diavolo può suscitare un fenomeno che
esteriormente può assomigliare al "dono"
spirituale del quale parliamo.
Ho ricordato in altra parte che un antico rituale
nellistruire gli esorcisti e nel fornire
informazioni relative al modo di riconoscere lesistenza
di una vera possessione demoniaca, cita fra i
diversi "segni" quello di "una
lingua straniera e misteriosa parlata dallindemoniato
senza che questi labbia studiata o la
conosca".
Il rituale romano ricorda che questa è soltanto
unipotesi e quindi generalizzata, ma devo
ammettere che nel dare queste indicazioni si
riferisce ad una realtà che non può e non deve
essere ignorata.
Benché
debba respingere energicamente le conclusioni di
alcuni autori moderni che, per predeterminata
ostilità nei confronti del movimento pentecostale,
hanno fatto di "questa ipotesi" la sola
possibile nella spiegazione del fenomeno delle lingue,
non posso escluderla dalle tante da prendersi in
considerazione e non soltanto perché accetto la
dichiarazione di Lutero: "Satana
cerca di essere la scimmia di Dio", ma
perché lesperienza personale mi ha confermato
che linferno cerca di introdursi nella
chiesa attraverso il canale della vita carismatica e
in modo particolare attraverso la falsificazione e le
imitazioni della profezia, della glossolalia e della
taumaturgia.
Abbiamo quindi un'ulteriore
ipotesi delucidativa a riguardo del problema che
ci turba in questi giorni, quello
della macroscopica incoerenza esistente in certi
circoli carismatici dove, di fronte a presunti
fenomeni spirituali, fanno riscontro aberrazioni
dottrinali e morali assolutamente incompatibili
con una autentica esperienza cristiana. |
Se col "parlare
in lingue" non si manifesta in maniera parallela
levidente presenza dello Spirito che è
"potenza" di conoscenza, di santità, di
servizio, di amore, cè
ampia ragione di dubitare della genuinità del
fenomeno e se poi, assieme alla
glossolalia, appare addirittura limmoralità
più sfrontata e leresia più provocatoria,
non cè da essere audaci nellindivi duare
nella manifestazione fonetica una sottile astuzia del
diavolo.
Oggi,
purtroppo, non sono molti i circoli cristiani,
comunità o associazioni, che avvertono il
bisogno di "discernimento
spirituale" per
penetrare fino allessenza della vita e dei
fenomeni.
Sembra quasi che si
tema lanalisi che potrebbe mettere in
evidenza lesistenza di troppa "paglia e
stoppia" (1ª Cor.3:12) che si aggiungono
con molta fretta sopra il fondamento
cristiano per far crescere rapidamente una
costruzione che si sviluppa in maniera
inconsistente fra leuforia ed il rumore.
In
quanto al "rumore", anche se non è quello del
cielo, è tenuto in grande considerazione e per molti
rappresenta il necessario distintivo che qualifica la
comunità ed il credente.
Il "dono
delle lingue" autentico
non è mai
una specie dinceppamento vocale,
non è mai
arida ripetizione di una sola frase
misteriosa,
non è mai
imitazione di suoni emessi in un circolo
eccitato,
non è mai
fredda dizione,
non è mai
discorso oscuro che provoca turbamento
spirituale.
Il "dono
delle lingue" è fluire dolce, caldo di un
discorso che, anche se incomprensibile, sgorga
come un fiume di gloria che esalta, magnifica Dio
e benedice, assieme al glossolalo, coloro che lo
circondano; è
il discorso dello Spirito Santo
e quindi non può non avere quelle
caratteristiche che dimostrino la presenza e lazione
della Persona divina.
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4. Ciò che è
la glossolalia "celeste"
È
importante considerare sempre e considerare a fondo
il problema della relazione fra il battesimo nello
Spirito e "il dono delle lingue" che è poi
la stessa relazione fra il battesimo ed ogni altro
carisma dello Spirito, affinché non si giunga alle
troppo facili soluzioni di vedere la "glossolalia"
dove la glossolalia non cè o di ravvisare il
battesimo pentecostale dove questo è assente nel
modo più assoluto.
La
Pentecoste è un "vento
impetuoso", un "fuoco
ardente", un "fiume
di parole straniere",
e soprattutto "potenza
soprannaturale" e
non deve, perciò, essere confusa con quelle
manifestazioni che qualche volta vengono suscitate
soltanto per dare prestigio al ministero o al programma
di sedicenti revivalisti.
In ogni
circolo carismatico devono essere desiderati e
ricercati tutti i doni spirituali e quindi non deve
essere dimenticato quel dono di "discernimento" che
permette di penetrare il misterioso mondo spirituale
per distinguere con vera precisione i fenomeni che si
manifestano.
«Provate
gli spiriti
»
(Giov.4:1) deve
essere considerata una raccomandazione attuale e
non soltanto per difendere la chiesa da quelle
interferenze o invadenze che possono manifestarsi
nellesercizio del culto e particolarmente
nella ricerca e nelluso del dono delle
lingue che sembra prestarsi in maniera
particolare, per la propria fisionomia formale,
alle falsificazioni o alle approssimazioni; mi
sia consentito anche questultimo termine
che vuole riferirsi ad esperienze spirituali, a
stati quasi estatici, o piuttosto euforici che
provocano spesso una reazione emotiva e che si
manifestano anche con fenomeni fonetici che
alcuni interpretano come dono delle lingue.
Forse non era esagerata la
prudenza dei "padri" del movimento
pentecostale che esprimevano una conferma del
battesimo nello Spirito soltanto quando
il credente si trasformava in un "torrente
di gloria" di "acqua viva"; (Giov.7:37) un
torrente di lingue, chiare, fluide, variate che
riusciva a far scendere la benedizione su tutta
la comunità.
Un solo
battesimo nello Spirito era una nuova vita e
nuova benedizione per la chiesa, a
differenza di quello che si può constatare
spesso in questi giorni, quando il verificarsi di
"decine" di battesimi (o presunti
battesimi nello Spirito) non producono nulla nel
grigiore della vita cristiana dei credenti e
delle comunità. |
Auspichiamoci nel
cospetto di Dio un ritorno alla Pentecoste vera, al
battesimo nello Spirito originale, alla glossolalia
autentica, ma assieme allauspicio poniamo sullaltare
un impegno responsabile ed umile
per una ricerca ed una vita realmente spirituale.
Limpegno sarà realmente responsabile se
non ci saranno soltanto preoccupazioni dogmatiche
di sapore confessionale, quelle preoccupazioni
cioè che nascono quasi sempre dal bisogno di
difendere strutture organizzative o limiti
denominazionali.
La "glossolalia"
(dono delle lingue o evidenza del battesimo nello
Spirito) non deve essere affermata con lenunciazione
e la difesa di un articolo del credo, ma
piuttosto con la coerente
manifestazione degli effetti reali dellesperienza
pentecostale. |
In
altre parole si può dire che non serve alla
causa della testimonianza cristiana e alla vita
spirituale della chiesa, chiedere ai ministri e
alle comunità una dichiarazione di fede (o di
credulità o di adesione formale) periodica ed
incondizionata al principio dogmatico del
battesimo pentecostale con levidenza della
glossolalia, senza
chiedere un atto di fedeltà a tutta la Parola di
Dio.
La
stessa incoerenza che emerge in certi movimenti
carismatici o neo-pentecostali dove si vuol dare una
collocazione al battesimo nello Spirito in
mezzo ad elementi di confusione teologica o di
rilassamento morale, appare
anche in tutti quei settori ove alla difesa della
vita carismatica non fa riscontro quella della
santità cristiana.
Non sono poche
le chiese, nel mondo definito pentecostale, che
ai nostri giorni si sono schiuse ad un processo
di mondanizzazione che continua a cancellare
progressivamente tutte quelle caratteristiche di
autentica spiritualità che ieri si fondevano
alla vita carismatica della chiesa. |
Non possiamo dar sempre
torto a coloro che, amareggiati da incontri deludenti,
hanno purtroppo finito col concludere che qualche volta
"senza lingue" si può essere cristiani
migliori di coloro che si vantano di essere glossolali.
Attenzione: mi
riferisco ad esperienze fatte in ambienti ove il "battesimo"
e i "doni dello Spirito" sono affermati
mediante arida teoria e in
aperto contrasto con una pratica sempre meno cristiana.
"Signore, rinnova la Pentecoste!
Rinnovala nel mezzo di quanti, anche oggi, sono assetati
di Te e vogliono essere riempiti e posseduti dalla Tua
potenza in un battesimo spirituale che ci dia i doni, il
frutto, il servizio, la potenza del cielo. Amen!"
Collegamento
allo studio originale sul sito dal sito della Chiesa di Roma alla
pagina interna raggiungibile al link seguente |
RIASSUMENDO:
1. Il battesimo nello S. S. comporta
sempre la"glossolalia", ma non sempre
la glossolalia è un segno del battesimo
Lesperienza
del battesimo nello Spirito è sempre
accompagnata dallevidenza carismatica della
glossolalia, ma non tutti coloro che parlano
lingue incomprensibili sono veramente battezzati
nello Spirito.
La glossolalia deve essere realmente un fenomeno
dello Spirito Santo per essere definito un
carisma pentecostale e quindi bisogna essere
assolutamente sicuri che non ci siano
contraffazioni.
2. La"glossolalia" come
fenomeno fonetico conseguenza di suggestione e
non di potenza dello Spirito
Se invece di un discorso fluido, scorrevole, si
ode soltanto dizione meccanica di suoni
ricorrenti, spesso duri, esplosivi, è naturale
che si rimanga perplessi di fronte allincomprensibile
e disordinato fenomeno che ignora
completamente la "potenza" del
battesimo nello Spirito e non realizza il
frutto che dovrebbe caratterizzare la vita
cristiana di quanti hanno esperimentato il fuoco,
il vento, la saturazione dellAlto Solaio.
Non si può e non si deve ignorare che il
fenomeno della "glossolalia" può
essere suscitato anche da "spiriti"
infernali, da suggestione, emozione
incontrollata, influenza psicologica,
quando addirittura non è risultato di
direttive impartite da ministri poco scrupolosi o
poco illuminati.
Ancora una volta bisogna ripetere: "È lo Spirito che "porta" le (vere)
lingue e non sono le lingue che portano lo
Spirito".
3. Glossolalia "celeste" e
glossolalia "satanica"
Alla
glossolalia celeste è anche contrapposta la
glossolalia satanica; anche il diavolo
può suscitare un fenomeno che esteriormente può
assomigliare al "dono" spirituale del
quale parliamo.
Ecco spiegata quella macroscopica incoerenza
esistente in certi circoli carismatici dove, di
fronte a presunti fenomeni spirituali, fanno
riscontro aberrazioni dottrinali e morali
assolutamente incompatibili con una autentica
esperienza cristiana.
Il "dono delle lingue" autentico
- non è
mai una specie dinceppamento vocale,
- non è mai arida ripetizione di una sola
frase misteriosa,
- non è mai imitazione di suoni emessi in un
circolo eccitato,
- non è mai fredda dizione,
- non è mai discorso oscuro che provoca
turbamento spirituale.
Il "dono
delle lingue" è fluire dolce, caldo di un
discorso che, anche se incomprensibile, sgorga
come un fiume di gloria che esalta, magnifica Dio
e benedice, assieme al glossolalo, coloro che lo
circondano; è il discorso dello Spirito
Santo e quindi non può non avere quelle
caratteristiche che dimostrino la presenza e lazione
della Persona divina.
4.
Ciò che è la glossolalia "celeste"
La Pentecoste
è un "vento impetuoso", un
"fuoco ardente", un "fiume
di parole straniere", e soprattutto
"potenza soprannaturale".
In ogni circolo carismatico devono essere
desiderati e ricercati tutti i doni spirituali e
quindi non deve essere dimenticato quel dono
di "discernimento" che permette di
penetrare il misterioso mondo spirituale per
distinguere con vera precisione i fenomeni che si
manifestano.
«Provate gli spiriti
» (Giov.4:1) deve
essere considerata una raccomandazione attuale.
Forse non era esagerata la prudenza dei "padri"
del movimento pentecostale che esprimevano una
conferma del battesimo nello Spirito soltanto quando
il credente si trasformava in un "torrente
di gloria" di "acqua viva"; (Giov.7:37)
un torrente di lingue, chiare, fluide, variate
che riusciva a far scendere la benedizione su
tutta la comunità.
Un solo battesimo nello Spirito era una nuova
vita e nuova benedizione per la chiesa, a
differenza di quello che si può constatare
spesso in questi giorni, quando il verificarsi di
"decine" di battesimi (o presunti
battesimi nello Spirito) non producono nulla nel
grigiore della vita cristiana dei credenti e
delle comunità.
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